I consumatori del caffè, la bevanda più bevuta dagli italiani, devono far fronte ai diversi rischi di malattie cardiovascolari come ictus e infarti che possono conseguire dal loro utilizzo. È bene essere aggiornati e consapevoli di ciò che si assume. Questo è necessario per evitare problemi e per salvaguardare la propria incolumità fisica. Ecco alcuni consigli.
Il BMJ Journal ha rilasciato uno studio incentrato sul caffè e sui suoi effetti. I risultati vengono da un gruppo di ricercatori norvegesi che ci aiutano a comprendere il tipo di caffè che va consumato per non intaccare la salute fisica. Infatti, in base alla tipologia di caffè consumato possono esserci ripercussioni sul colesterolo che, accumulandosi nel sangue, causa blocchi che possono favorire la nascita di malattie cardiache.
L’analisi ha interessato più di 20mila consumatori di caffè di cui è stato analizzato il livello di colesterolo nel sangue. Gli intervistati erano soggetti ampiamente legati al consumo di caffè, tanto da berne 4 tazze al giorno nel caso delle donne e ben 5 tazze nel caso degli uomini. La metodica dello studio ha voluto che il caffè fosse suddiviso in 4 sottogruppi. 1) filtrato, 2) da caffettiera, 3) espresso, 4) istantaneo. In base a questa suddivisione, sono stati forniti dei criteri per capire quale di questi gruppi aumentasse i livelli di colesterolo nel sangue.
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Secondo i risultati, la tipologia migliore di caffè da consumare sarebbe proprio la prima. Il filtrato, che aumenterebbe di poco il colesterolo, seguito immediatamente da quello da caffettiera. I rischi sembrano invece insorgere maggiormente nel caso delle altre due categorie. Per quanto riguarda l’espresso, fa salire il colesterolo di 0,16 e 0,09 mml per litro.
Mentre nel caso dell’istantaneo, il colesterolo aumenta rispettivamente 0,08 e 0,1 per uomini e donne. È quindi evidente che la scelta più saggia sia quella di ridurre il caffè in moka o espresso, sebbene nell’era moderna siano i più utilizzati, in quanto pratici e veloci. Il team di studiosi e scienziati sono anche arrivati a scoprire che alcune sostanze contenute nel caffè come diterpeni, cafestol e kahweol (tutte chimiche) possono a loro volta portare a livelli sballati di colesterolo nel sangue.
Bisogna anche dire, però, che in base alle differenti culture ed i differenti paesi, una tazza di caffè può variare le proprie dimensioni e quantità al proprio interno. Infatti in Norvegia ed altri paesi del nord Europa, per esempio, le tazze sono molto più grandi, anche perché si è soliti consumare tazze di caffè molto allungato. Quindi è chiaro che la ricerca presenti dei limiti, rispetto soprattutto ai valori presentati.
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