Al Bano Choc confessa: “basta, Ecco tutta la verità. Io so chi ha uccisa mia figlia Ylenia”
E’ STATA la droga a uccidere Ylenia Carrisi. A dodici anni dalla scomparsa della figlia, per la prima volta Al Bano rompe il silenzio. “Già una volta, sotto l’effetto di stupefacenti, era entrata nel Mississippi, rischiando la vita. Ho nutrito per anni la speranza, ma oggi so che se n’è andata tra le acque di quel fiume”.
Così il cantante scrive nell’autobiografia E’ la mia vita (che peraltro è anche il titolo di una sua canzone di qualche anno fa), in libreria dal 14 novembre. Un’ampio capitolo è dedicato alla tragedia che ha travolto la sua famiglia, e alla quale si fa risalire anche la separazione da Romina Power, nella primavera del 1999. Al Bano nel suo libro ha deciso di svelare infatti alcuni retroscena inediti accaduti prima della scomparsa della figlia.
Il cantante – come anticipa il settimanale Chi – rivela particolari inediti sull’incubo vissuto a New Orleans nel gennaio del 1994, durante la ricerca della figlia, avvistata per l’ultima volta, pochi giorni, proprio nella città della Louisiana. E confessa le difficoltà incontrate, ecco cosa dice Al Bano: “Ho bevuto fino a stordirmi prima di aggiungere alla mia autobiografia la parte sulla scomparsa di mia figlia Ylenia. Poi ho chiamato il giornalista che ha collaborato con me alla stesura del libro, e ho dettato. Non ho neppure voluto rileggerlo”.
Al Bano: “Ylenia ci aveva già provato sotto effetto di stupefacenti”
Se fosse viva, se fosse tornata, Ylenia Carrisi oggi avrebbe 36 anni. L’ultima telefonata a casa, a Cellino San Marco, alle due e mezzo del pomeriggio del primo gennaio 1994, da New Orleans. Poi, più nulla. Vista l’ultima volta il 6 gennaio, di sera, dalla proprietaria dell’albergo in cui alloggiava con il musicista Alexander Masakela (che dirà di averla vista uscire da sola), ma anche dal guardiano dell’Acquario comunale della città, che dirà di aver visto una ragazza, che somigliava a Ylenia, gettarsi nel Mississippi al grido di “Appartengo alle acque”.
Il dramma, dice Al Bano, “è come una ferita ricucita alla bell’e meglio. Sono passati dodici anni, ma ogni volta che ne parlo, i punti si riaprono. Eppure sentivo di dover raccontare le mie esperienze per mettere in guardia tanti padri e tanti figli: la discesa di mia figlia verso l’abisso cominciò proprio con la droga”.
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