Yara, La Svolta: Proiettili dove è stata trovata, Bossetti vince: “Ora tutto da rifare” Cosa è successo
Una manciata di proiettili è stata scoperta nel campo di Chignolo dove il 26 novembre 2010 fu ritrovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio. A scorgere i proiettili tra la vegetazione è stata una giornalista del programma televisivo ‘Mattino Cinque’ durante la puntata di oggi. Sul posto per sequestrare i proiettili sono intervenuti i carabinieri di Treviglio.
«I proiettili si trovavano accanto al luogo dove da nove anni vengono lasciati fiori e biglietti per la giovane – hanno spiegato i carabinieri – i militari della Compagnia di Treviglio sono giunti sul posto inoltrando la segnalazione all’autorità giudiziaria». La difesa di Massimo Bossetti tre giorni fa ha denunciato una frode processuale in vista di una richiesta di revisione del processo.
Piccola vittoria per Bossetti: “Sì a nuovi esami sul Dna e all’accesso ai referti”
Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha ottenuto una piccola vittoria. La Corte d’assise di Bergamo ha autorizzato la difesa dell’uomo a esaminare tutti i reperti d’indagine, i vestiti che indossava la 13enne di Brembate (Bergamo) scomparsa il 26 novembre 2010 – tra cui slip, leggins, scarpe, giubbotto – e i campioni sulla traccia genetica. Lo apprende l’Adnkronos.
Nell’istanza presentata dai difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini, si sottolinea come «ad oggi alla difesa non è stato permesso alcun accesso ai reperti, a partire dai campioni di Dna ancora disponibili e conservati presso l’ospedale San Raffaele di Milano». Elementi tornati alla ribalta di recente. L’attività difensiva ha lo scopo di risolvere le «diverse anomalie» emerse nel processo a partire dalla traccia genetica, da sempre cuore del dibattimento. Una traccia mista, forse sangue, di Yara e Ignoto 1 in cui il Dna nucleare combacia con quello di Bossetti, ma non il Dna mitocondriale (indica la linea materna). La traccia biologica è la prova granitica per accusa e giudici.
L’assenza del Dna mitocondriale di Bossetti non inficia il risultato: è solo il Dna nucleare ad avere valore forense. «Quel Dna non è suo, non c’è stato nessun match, ha talmente tante criticità – 261 – che sono più i suoi difetti che i suoi marcatori», la tesi da sempre dei legali. La decisione di oggi della Corte consente alla difesa di avere accesso per la prima volta agli elementi della scena del crimine, tra cui i dvd contenenti le immagini fotografiche dei reperti effettuate dal Ris, ma soprattutto di analizzare il Dna e farlo con le nuove tecnologie.
Con l’impiego di nuovi metodi «è fondamentalmente possibile – si legge nell’istanza presentata dai difensori e in possesso dell’Adnkronos – effettuare ulteriori prelievi, da cui non solo verificare quanto già emerso, ma ricavare altresì ulteriori informazioni potenzialmente utili anche ai fini investigativi e di ricerca di caratteristiche peculiari come l’originale ancestrale e il fenotipo dei Dna ignoti».
I nuovi esami che la difesa chiederà di fare con un incidente probatorio, quindi alla presenza dei consulenti di tutte le parti, potrebbe dare «una risposta scientificamente sostenibile» ai dubbi dei difensori. L’auspicio dei legali è di avere sulla traccia biologica «un’indagine più completa ed attendibile», da cui poter partire per chiedere la riapertura del caso di Yara, colpita più volte e trovata senza vita il 26 febbraio 2011 in un campo di Chignolo d’Isola, per cui Bossetti sta scontando l’ergastolo nel carcere milanese di Bollate.
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