Ragazzi scomparsi 27 anni fa, La svolta grazie alle merendine: indagato l’amichetto
Un mistero lungo 27 anni che non è stato ancora chiarito ma che ha lasciato una scia di dolore e sofferenze mai sopite. E in questi giorni la riapertura dell’ inchiesta con due indagati addensa altre ombre sulla possibile sorte toccata ai due ragazzini scomparsi il 31 marzo 1992, a Casteldaccia (Palermo) affidando la svolta ad una perizia sui resti di alcune merendine. Eppure Carmela La Spina spera ancora di ritrovare il figlio Salvatore Colletta ancora vivo. Quando scomparve aveva 15 anni mentre il suo amico Mariano Farina 12, da allora di loro non si hanno più notizie.
«Tante sono state le segnalazioni di mio figlio, circa 1800 – dice Carmela – e non è un numero dato a caso. Le ho proprio contate. Molte parlano di nomadi». La donna ricorda come l’altro scomparso, Mariano, vissuto negli Stati Uniti prima di fare rientro in paese, sarebbe stato visto il giorno dopo, il primo aprile 1992, da una ragazza di Termini Imerese, «insieme ad alcuni zingari sulla strada statale 113, all’ altezza di San Nicola l’Arena».
La svolta è arrivata adesso, a 27 anni di distanza, con l’iscrizione nel registro degli indagati di uno degli amichetti dei due ragazzini spariti. È Vincenzo Rosselli, oggi quarantenne, sotto inchiesta – come atto dovuto – assieme allo zio, Guido Rosselli. Le nuove verifiche, partite dall’ennesima indicazione fornita da un collaboratore di giustizia, hanno portato al ritrovamento di alcuni reperti, delle confezioni di caramelle e merendine ritenuti dell’epoca, in una cisterna ormai vuota, da anni inutilizzata, nel recinto di una casa di via Schettino, riferibile proprio ai due Rosselli.
La direzione distrettuale antimafia ha già chiesto e ottenuto lo svolgimento di un accertamento irripetibile: si cercano tracce di Dna, per capire se veramente i resti di confezioni siano delle merendine comprate da Mariano in un negozio di Casteldaccia, il pomeriggio della scomparsa. I Farina intanto dal 1998 sono tornati negli Stati Uniti, dove erano già stati fino ad agosto del 1990.
«La scomparsa di due minorenni forse può avere finalmente una risposta. Una scomparsa inquietante e terribile, una scomparsa su cui c’è probabilmente l’ombra della mafia. La Dda sta svolgendo accertamenti e seguendo nuove ipotesi investigative che ci auguriamo possano dare risposte da troppo tempo attese. Faremo il possibile per supportare il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine», dicono il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, e Davide Aiello, membro della commissione. Intanto i Rosselli potranno nominare un proprio consulente.
La Procura che si è occupata di questo mistero siciliano è quella di Palermo e non di Termini Imerese, che pure sarebbe competente per territorio: l’ipotesi di fondo è infatti che dietro la scomparsa dei due ragazzini ci sia proprio Cosa nostra. I pm avevano chiesto di archiviare il caso due anni fa ma il Gip aveva detto di no, ordinando nuovi accertamenti e grazie al contributo di nuovi collaboranti sono venuti fuori i nuovi spunti. Ma la pista mafiosa viene ritenuta infondata dalla famiglia Colletta.
La sorella di Salvatore, Mariangela, lo ha ribadito in un post su Facebook. Vincenzo Rosselli, uno dei due indagati, fu tra gli ultimi a vedere i due scomparsi e assieme a loro, fu coinvolto nel furto di una barca lasciata in spiaggia. Da minorenne, subì un procedimento ma ebbe il perdono giudiziale. Carmela La Spina ricorda l’episodio, risalente al 30 marzo, il giorno prima della scomparsa: «A mia memoria – dice la mamma di Salvatore Colletta – non fu rubata ma solo spostata».