Dramma in gita scolastica, studentessa salva dalla morte il professore 31enne. Ora è gravissimo
A Milano, in via Calabria, un insegnante 31enne, K.H., in gita in città con i propri studenti, ha avuto un arresto cardiaco. A soccorrerlo è stata una sua allieva, che ha attivato i soccorsi e, guidata dal personale della sala operativa metropolitana, ha eseguito sul docente le manovre di rianimazione cardio polmonare.
Lo riferisce l’Areu. Il fatto è accaduto poco dopo le 10. Una volta arrivato sul posto il personale del 118, l’uomo è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Raffaele di Milano ed è attualmente sottoposto a trattamento Ecmo.
Le manovre di rianimazione, eseguite per diversi minuti dall’alunna, hanno permesso al cervello dell’insegnante in arresto cardiaco di mantenersi irrorato e di non riportare danni. Tuttavia le condizioni dell’uomo, fanno sapere i soccorritori, restano gravi e non permettono di dichiararlo fuori pericolo. (Red-Gat/AdnKronos)
Studentessa salva professore, come riconoscere I sintomi dell’infarto
Il primo sintomo dell’infarto, e anche quello più noto, è il dolore intenso e acuto al torace, accompagnato da un senso di oppressione, come se qualcuno lo stesse schiacciando con un piede. Il fastidio, però, può non limitarsi alla zona del cuore, ma estendersi a tutto il petto, al braccio, al collo e raggiungere persino la mascella e i denti. Potresti inoltre avvertirlo in modo improvviso, oppure dopo uno sforzo o, ancora, notarlo come compagno constante durante i giorni che precedono l’episodio acuto vero e proprio. In quest’ultimo caso, naturalmente, dovresti subito avvertire il tuo medico oppure recarti al pronto soccorso.
Ci sono però altri sintomi che ti possono mettere in allarme, in particolare quando la vittima è una donna che può anche non presentare affatto il tipico dolore da attacco cardiaco. Dovrai dunque prestare attenzione a:
- difficoltà respiratorie improvvise o dopo uno sforzo troppo piccolo per giustificare il fiato corto
- forte sensazione di nausea e vomito
- vertigini e senso di svenimento
- sudorazione fredda
A volte, poi, è la mente stessa ad avvertirti. Anche sensazioni che appaiono assurde, come essere pervasi dall‘ansia tutto d’un tratto o una percezione di morte imminente possono essere in realtà messaggi che il tuo cervello ti invia per provare a informarti che stai andando incontro a un grave pericolo.
Cosa fare in caso di infarto
Se sei da solo mentre avverti i sintomi di un attacco cardiaco, chiama subito un’ambulanza: i numeri di emergenza da digitare sono il 118 e il 112. Dovresti invece evitare di metterti alla guida, non solo rischi di peggiorare la situazione, ma potresti anche rappresentare un pericolo per la sicurezza degli altri utenti della strada. Potresti infatti svenire, o essere colto da una fitta più intensa che ti porta a togliere le mani dal volante.
Se invece sei con un’altra persona, o ti accorgi che chi è accanto a te mostra segnali sospetti, cerca di seguire alla lettera questi passaggi, perché possono rivelarsi fondamentali per limitare le conseguenze dell’attacco cardiaco:
- Chiama un’ambulanza oppure recati direttamente al pronto soccorso, se l’ospedale non è troppo lontano. È meglio se attendi l’arrivo dei soccorsi sul posto perché il primo intervento è fondamentale per il paziente.
- Mettiti in contatto con del personale medico e spiegagli in modo chiaro e preciso la situazione
- Segui alla lettera tutte le istruzioni che ti verranno fornite
In generale, chi sta subendo un infarto miocardico deve evitare qualsiasi sforzo. Cerca quindi di far stare la persona seduta e con il busto eretto, in modo da favorire la respirazione e il passaggio dell’ossigeno. Se i medici ti danno il via libera, e il paziente è cosciente, somministragli un’aspirina o una dose di nitroglicerina. In attesa di un intervento più mirato, aiuteranno a mantenere fluido il sangue e dilatati i vasi sanguigni, favorendo quindi l’arrivo di ossigeno e nutrienti al cuore. Spiega subito all’ambulanza che si tratta di infarto, in modo che il personale arrivi con gli strumenti necessari
Tieniti inoltre pronto a praticare un massaggio cardiaco, ovvero una rianimazione cardiaco-polmonare (RCP). L’operatore al telefono ti fornirà tutte le istruzioni, ma se hai occasione di seguire un corso per imparare a utilizzare il defibrillatore o a praticare un RCP, sappi che potrebbe rilevarsi davvero molto importante in questa situazione. In ogni caso, dovrai sovrapporre le mani e posizionarle al centro del torace, facendo una pressione sullo sterno in modo che si abbassi di circa 5 o 6 centimetri. Al termine, solleva le mani per favorire un completo rilascio della gabbia toracica. Dovresti proseguire per circa 30 compressioni, prima di praticare due ventilazioni, ovvero la classica “respirazione bocca a bocca”. Chiudendo temporaneamente le narici alla persona, dovrai insufflare aria nella sua cavità orale. Il ritmo da tenere è di 100 compressioni al minuto (Hai presente Stayin’ Alive dei Bee Gees?). In questo modo, stimolerai il rilascio del sangue dalle cavità cardiache e lo spingerai di nuovo in circolo, favorendo il ripristino della circolazione e della corretta respirazione.
Se poi hai seguito un corso per utilizzare il defibrillatore automatico, questo è il momento di mettere in pratica quello che hai imparato. Grazie a una scarica elettrica, questo strumento può infatti riportare riportare il cuore al suo ritmo normale di battiti al minuto.
Naturalmente però l’intervento più importante spetta ai medici, ed è per questa ragione che dovrai informare subito l’ambulanza che si tratta di infarto. In questo modo, il personale di servizio arriverà già fornito di tutti i dispositivi necessari per il primo intervento.
Il parere dell’esperto
Abbiamo chiesto al Comandante Generale di Croce Bianca Milano, Paolo Cesarano, come dovresti comportarti quando ti sembra che una persona accanto a te stia subendo un infarto e che cosa puoi fare mentre attendi l’arrivo dei soccorsi:
“Il primo passaggio fondamentale è capire quali sintomi avverte la persona, la gravità di questi e descriverli in modo preciso quando si effettua la chiamata al numero d’emergenza (112 o 118). Lo scopo più importante della chiamata è proprio la possibilità di parlare con del personale esperto, medico o sanitario, in grado di fornire le istruzioni da seguire mentre si aspetta l’arrivo del mezzo di primo soccorso. Le indicazioni varieranno in base alla situazione oggettiva che chi ha chiamato riferisce all’operatore.
È poi importante sottolineare un concetto: nella maggior parte dei casi non è detto che chi subisce un infarto, vada anche in arresto cardiaco. Inoltre, ogni mezzo di soccorso di base ha già tutti gli strumenti necessari per defibrillare un paziente e fare un ecocardiogramma completo, da trasmettere alla centrale operativa. Il medico può quindi prendere visione del referto e può indirizzare l’ambulanza direttamente verso l’unità coronarica disponibile e più adatta in quel momento. Questa procedura, adottata in regione Lombardia, consente alla persona che versa nelle condizioni più gravi e magari ha bisogno di un’angioplastica coronarica di essere portata subito in sala di emodinamica, senza dover passare per il Pronto soccorso.
Di fronte a una persona in arresto cardiaco, ovvero che non è cosciente e non respira, è invece necessaria una defibrillazione precoce e un massaggio cardiaco effettuato sul posto. Per questa ragione, sarebbe importante che tutti seguissimo almeno un corso per imparare a utilizzare il defibrillatore ed effettuare l’RCP. Le ultime linee guida per il primo soccorso, pubblicate nel 2015, raccomandano al personale sanitario, qualora dalla telefonata ci si rendesse conto che il paziente è andato in arresto, di guidare chi sta chiamando e spiegargli passo passo quale manovre debba compiere, anche se non ha mai effettuato un’operazione di questo tipo. Come si può capire, se si ha già ricevuto l’addestramento necessario, si potrà essere più utili in quella situazione. Il tempo infatti è il peggior nemico in questi casi.
Se, infine, si è da soli e ci si accorge di avvertire i sintomi di un infarto, l’unica cosa da fare è chiamare un’ambulanza e non mettersi assolutamente alla guida. Il trattamento adeguato sul posto è sempre fondamentale. Si sconsiglia anche di accompagnare in autonomia l’infartuato al Pronto soccorso, ma di attende sempre che attivi il personale con tutti gli strumenti necessari per un primo intervento. A questo proposito, vorrei ricordare che in regione Lombardia è disponibile l’app Where ARE U, sia per Android che per iOS, che consente di chiamare i soccorsi semplicemente con un click sullo schermo dello smartphone. In questo modo chi riceve la segnalazione ha già a disposizione l’identificativo della persona che ha lanciato l’allarme, e che magari nel frattempo ha perso coscienza, e la sua geolocalizzazione“.