Bollo Auto, novità: Ecco il certificato può “salvarci” dal pagamento
Il bollo auto è la tassa obbligatoria che va pagata ogni anno da chi detiene un’auto. Possiamo definirla “tassa di possesso”: si paga anche se la nostra auto resta chiusa in garage. E fin qui nulla di nuovo. Ma cosa succede se dimentichiamo di pagare il bollo auto? E cosa fare, invece, se ci arriva una cartella esattoriale riferita alla nostra auto rottamata? In questo articolo vi daremo tutte le informazioni necessarie.
Il caso del bollo auto non pagato: la cartella e i tempi di prescrizione
Ma andiamo con ordine, partendo dal primo caso. Il bollo auto è una tassa dovuta dai proprietari di auto, moto, motorini e di veicoli in generale in una determinata scadenza.
Il bollo auto va pagato entro il mese successivo a quello dell’immatricolazione che determina il mese di scadenza. Facciamo un esempio per chiarire: per un’auto immatricolata entro dicembre 2018, questo sarà il mese di scadenza, e il pagamento è dovuto entro il mese di gennaio 2019. Se invece il bollo viene pagato in un momento successivo alla scadenza, oltre alla tassa si dovranno corrispondere anche le sanzioni e gli interessi.
Cosa succede se il proprietario dimentica di pagare entro il mese successivo alla scadenza? Viene richiesto il pagamento dall’Agenzia delle Entrate: parte la procedura di recupero crediti. Inizialmente viene inviata una lettera al proprietario, un avviso bonario, informandolo che per quel determinato veicolo risulta omesso il pagamento del bollo. Pagamento che dovrà essere regolato entro trenta giorni dalla data di notifica dell’avviso. Successivamente, se il pagamento non viene effettuato, verrà notificata una cartella di pagamento che dovrà essere pagata entro sessanta giorni. In linea generale, i tempi di prescrizione del bollo auto sono di tre anni dalla data di scadenza. In sostanza, quindi, l’Agenzia delle entrate ha tre anni di tempo per inviare la cartella esattoriale. Se così non fosse, il proprietario non è più tenuto a pagare tale bollo. Se l’Agenzia delle Entrate, invece, inviasse la cartella esattoriale prima che termini il periodo di tre anni dalla data di scadenza, il tempo di prescrizione si ricalcola dalla data di notifica della cartella.
Bollo per un’auto rottamata: cosa dobbiamo fare
Veniamo ora al secondo caso in esame in questo articolo, quello della cartella esattoriale arrivata per il bollo di un’auto rottamata. Se abbiamo rottamato il nostro veicolo, non siamo più tenuti al pagamento del bollo auto.
Tuttavia potrebbe capitare di ricevere, dopo qualche anno, una cartella esattoriale con la quale ci viene richiesto il pagamento del bollo della nostra auto rottamata proprio qualche anno prima. La tassa non va pagata. Ci sono però alcuni documenti da presentare. Vediamo insieme quali. Quando rottamiamo un veicolo, in genere si ci rivolge ad un centro raccolta autorizzato oppure al concessionario dove è stata acquistata l’auto nuova. Entro 30 giorni dalla consegna del veicolo da rottamare, il centro raccolta oppure il concessionario sono obbligati a presentare la richiesta di cancellazione del veicolo dal Pra – il Pubblico Registro Automobilistico – al quale poi bisognerà consegnare anche il libretto di circolazione, certificato di proprietà e targa.
Bollo auto, perché è importante il certificato di rottamazione
Questo tipo di richiesta va inoltrata comunicando anche la cessazione della circolazione per demolizione. E’ proprio la cancellazione dal PRA che dà la possibilità di avere una radiazione definitiva del veicolo: di conseguenza il vecchio proprietario non è più tenuto a pagare il bollo per quell’auto, né dovrebbe ricevere qualche cartella esattoriale a riguardo. E’ necessario però che il proprietario del veicolo si faccia rilasciare un certificato di rottamazione dal centro raccolta oppure dal concessionario. Quest’ultimo è un documento piuttosto importante e va conservato con cura, proprio perché nell’ipotesi in cui un giorno ci venga richiesto il pagamento del bollo per la nostra auto rottamata anni prima, questo documento farà fede e ci permetterà di non pagare nulla. Il certificato di rottamazione, insomma, rappresenta l’attestazione definitiva che il veicolo è stato consegnato, nonché l’impegno da parte del concessionario o del centro a procedere alla cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico del veicolo stesso. Nel certificato di rottamazione sono incluse anche queste informazioni:
- i dati anagrafici di residenza del proprietario e quelli che identificano l’azienda che poi rilascia il documento;
- tutte le informazioni legate alla data e anche all’ora della consegna definitiva del mezzo e anche del rilascio del certificato;
- i dati del veicolo e l’impegno da parte del centro o del concessionario a prendersi carico della procedura di cancellazione del veicolo stesso.