E’ fatta: Nasce il Governo GialloRosso, Conte da Mattarella, Ministri tecnici e non politici
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per le ore 9:30 di giovedì 29 agosto 2019 il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte al Quirinale per affidargli l’incarico di formare un nuovo governo sorretto dalla nascente alleanza tra Movimento 5 stelle e Partito Democratico.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è attenuto alle indicazioni giunte dai gruppi parlamentari ascoltati durante le consultazioni. Dal Partito Democratico è infatti caduto il veto sul nome del premier uscente: il segretario dem Zingaretti lo ha spiegato a Mattarella durante le consultazioni indicando Giuseppe Conte come nome per il nuovo incarico da presidente del Consiglio. Resta il nodo del ruolo del vicepremier che il Pd rivendica chiedendo di farsi da parte al capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio.
Da Di Maio durante le consultazioni sono arrivate parole forti: il capo politico del Movimento 5 stelle ha rivelato come la Lega avesse dichiarato a Matterella di aver offerto a lui la carica di presidente del consiglio nel caso di una riedizione di un governo gialloverde. Un’offerta che il Movimento 5 stelle ha rifiutato sulla scia del nuovo accordo stretto con il Partito Democratico: alla luce delle polemiche aperte sugli incarichi di governo, Di Maio ha spiegato come la priorità ora sarà la creazione di programma omogeneo con il PD, poi spetterà al presidente della Repubblica di concerto con il premier incaricato decidere la squadra di governo.
Nuovo governo GialloRosso, che cosa succede ora
Proprio sul nodo della nuova squadra di governo si apre la nuova partita in cui Beppe Grillo si cala nel ruolo di leader. Il padre fondatore e garante del Movimento 5 stelle si prende la scena – con ottima scelta di tempo – pubblicando sul suo blog un intervento in cui chiede un passo indietro ai ministri pentastellati. Dati i tempi stretti Grillo chiede ai 5 stelle di svolgere il ruolo politico come “sottosegretari” lasciando le poltrone dei ministeri a tecnici da cui “imparare a governare”
“Questa crisi somiglia sempre di più ad un guasto dell’ascensore: quello che conta è mantenere la calma, non fare puzze e non dimenticare chi siamo – scrive Grillo – Non facciamoci distogliere dalle incrostazioni che la realtà ha lasciato sui nostri scudi, è assolutamente normale ed atteso che ogni accenno ad un ministero si trasformi in una perdita di tempo condita da cori di reciproche accuse di attaccamento alla poltrona. Questo perché un po’ di poltronofilia c’è ma, sopratutto, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare. Oggi è l’occasione di dimostrare a noi stessi ed agli altri che le poltrone non c’entrano nulla: i ministri vanno individuati in un pool di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica. Il ruolo politico lo svolgeranno i sottosegretari, ognuno dovrà scegliere secondo verso cui dovrà rispondere nei fatti e sintetizzare, per ogni ministero, l’approccio ottimale e imparare a governare i “tecnici” della burocrazia che li occupano da tempo immemore.”
Tuttavia la scelta di togliere le poltrone dalla contesa politica potrebbe risultare esplosiva nella contrapposizione tra i due schieramenti che hanno passato giorni a confrontarsi tra polemiche mai veramente sopite.
Sullo sfondo la rabbia di Salvini che accusa i 100 parlamentari renziani – che avrebbero dovuto lasciare il parlamento in caso di elezioni anticipate – di aver interrotto la strada per le urne dopo la crisi di governo: ricordiamo come proprio una iniziativa di Matteo Renzi ha aperto la strada al governo giallorosso nonostante il primo diniego di Zingaretti.
In ambienti della nuova maggioranza si parla di un possibile voto di fiducia per il 9 settembre, tuttavia il destino del governo giallorosso dovrebbe passare tra le mani degli attivisti pentastellati che – come spiega il blog del M5s – saranno chiamati a votare un referendum online sulla piattaforma Rousseau.
Ricordiamo che il problema della maggioranza Pd-M5s è essenzialmente al Senato dove senza una pattuglia di responsabili la maggioranza del nuovo governo sarebbe tutt’altro che salda. Sono necessari i supporti di Leu e minoranze.
Calenda si dimette dalla Direzione Pd
L’accordo tra Pd e Movimento 5 stelle è tutt’altro che indolore: il nuovo governo nascerà infatti tra le polemiche di chi – da ambo le parti – critica un’alleanza tra due partiti che negli ultimi mesi si sono accusati a vicenda con toni tutt’altro “politically correct”.
La prima “vittima” eccellente è l’eurodeputato Pd Carlo Calenda. Per l’ex ministro del governo Renzi l’annunciato matrimonio di governo è abbastanza per annunciare le proprio dimissioni.
“Caro Nicola, Caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione nazionale del Partito democratico”. Lo scrive Carlo Calenda in una lettera indirizzata a Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni in cui parla, tra l’altro, di “una decisione difficile e sofferta”.
Direzione Pd, Zingaretti: “Con M5s alleanza anche alle regionali”
“Alle prossime elezioni regionali andranno valutate alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire”. Lo ha detto il segretario dem, Nicola Zingaretti, nel suo intervento alla Direzione del Pd ricordando come se le elezioni politiche sono scongiurate, altre importanti tornate elettorali coinvolgeranno prima l’Umbria, poi Calabria, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.
“Alla fine di questo agosto unico e imprevedibile, il tema fondamentale resta lo stesso di quando questa crisi non c’era ancora: ed è fermare la destra peggiore che abbiamo mai conosciuto dal dopoguerra”.
Governo GialloRosso, Spread in calo: ai valori minimi da mesi
Intanto buona le reazione sui mercati. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude a 175 punti base. Il rendimento del decennale si mantiene sui minimi di sempre, attestandosi all’1,03% dopo essere sceso in giornata per la prima volta sotto la soglia dell’1%. Il rendimento del Btp decennale era sceso vicino a questo livello (1,04%) nell’agosto del 2016 e nel marzo del 2015.