Sala, giallo sulla morte del calciatore. Il pilota: “Non è stato un incidente, l’hanno ucciso”
La tragedia di Emiliano Sala, il calciatore argentino morto nell’incidente aereo il 21 gennaio scorso, proprio mentre era in procinto di trasferirsi dal Nantes al Cardiff, lascia ancora troppi interrogativi. Il primo, ovviamente, riguarda la sorte del pilota, David Ibbotson, il cui corpo non è ancora stato recuperato. Ma non solo: resta da capire cosa sia successo davvero nel Canale della Manica e ricostruire la dinamica dell’incidente appare un vero e proprio enigma.
Una fonte molto autorevole, ad esempio, ha fatto sapere di non credere all’ipotesi del guasto, che era sorta dopo la diffusione del misterioso messaggio vocale inviato da Emiliano Sala. Si tratta di un esperto pilota spagnolo, il 65enne Eduardo Hernandez Vidaurreta.
L’uomo, nativo di Burgos, dal 2012 al 2015 ha utilizzato il Piper PA-46 Malibu con matricola N264DB: non solo lo stesso modello, ma proprio lo stesso aereo su cui l’attaccante argentino ha trovato la morte. A El Pais, il pilota ha spiegato: «Quell’aereo era una meraviglia, non credo all’ipotesi dell’avaria».
Eduardo Hernandez è pilota dal lontano 1976 e dal 1989 possiede una licenza statunitense, che gli ha permesso di guidare per oltre tre anni proprio il piccolo velivolo su cui viaggiava Emiliano Sala: «Quell’aereo apparteneva ad una scuola aeronautica della Florida, che lo utilizzò molto. Nel 2012 il mio amico Roberto Sastre, imprenditore e pilota, lo acquistò, ma non poteva guidarlo perché non aveva la licenza statunitense. Per questo mi aveva proposto di fargli da pilota». Roberto Sastre, l’uomo che acquistò l’aereo nel 2012, ha invece spiegato: «Si è trattato di uno sfizio che volevo togliermi, lo acquistai per la mia famiglia. Quel Piper è stato utilizzato per viaggi e vacanze, non l’ho mai utilizzato per trasferte di lavoro. In quattro anni, l’aereo aveva accumulato 200 ore di volo».
Eduardo Hernandez, che conosce molto bene l’aereo precipitato nel Canale della Manica, ha poi aggiunto: «Non mi aveva mai dato alcun problema. Se le indagini si stanno concentrando su un guasto meccanico per spiegare l’incidente, per me è una pista sbagliata. Sono certo che quell’aereo non si sia distrutto». Le parole del pilota, però, contrastano con il messaggio vocale inviato da Emiliano Sala il 21 gennaio, in cui l’attaccante affermava: «Sembra che l’aereo stia cadendo a pezzi. Se entro un’ora e mezzo non avete mie notizie, non so se manderanno qualcuno a cercarmi, perché rischiano di non trovarmi. Però almeno lo sapete, che paura che ho».
Il pilota Eduardo Hernandez conosce molto bene ogni componente del Piper PA-46 Malibu: «Il motore non era quello originale del 1984, era stato cambiato perché l’aviazione civile statunitense lo imponeva. Dal 2012 il motore non era stato cambiato, ma l’aereo era stato sottoposto ad una revisione completa in Germania. Di una cosa sono certo: quell’aereo era dotato di tutti i sistemi di sicurezza, compresi giubbotti salvavita e bombole d’ossigeno per le emergenze».
Nel 2015, Rafael Sastre decise di vendere l’aereo ad un’impresa britannica, la Southern Aircraft Consultancy Inc Trustee: «Gli affari andavano male e non potevo più permettermelo, quell’azienda aveva inviato un meccanico qui in Spagna per ispezionarlo. Non avevano notato alcuna anomalia, era un aereo in buono stato». Proprio in quell’occasione, Eduardo Hernandez aveva conosciuto David Henderson, il pilota che avrebbe dovuto trasportare Emiliano Sala da Nantes a Cardiff e che invece non era mai salito sul Piper, sostituito all’ultimo da David Ibbotson, che però non aveva la licenza per guidarlo. Ad ogni modo, i due piloti spagnoli hanno offerto la massima disponibilità per collaborare con gli inquirenti britannici che stanno cercando di fare luce sull’incidente.