“Ha pagato qualcuno per ucciderla” Lady Diana e la rivelazione choc su Camilla
Ammettiamolo: oggi ci immaginiamo Camilla come la cattiva del reame. Nessuno pensa mai che, probabilmente, anche lei ha affrontato momenti difficili per stare con il suo Carlo. Momenti in cui il popolo l’ha detestata profondamente per essere stata una delle cause principali dell’infelicità dell’adorata principessa Diana Spencer.
Oggi Camilla Parker Bowles può tirare un sospiro di sollievo, in quanto il popolo ha imparato ad apprezzarla ed è riuscito a carpire la natura pacata e sensibile della Duchessa di Cornovaglia.
Le minacce di Diana a Camilla Parker
Ma la moglie del futuro erede al trono Carlo D’Inghilterra ha raccontato come ha vissuto durante i momenti bui che la vedevano scontrarsi con Lady Diana. Ed infatti, pare che la Spencer l’abbia minacciata in più occasioni e l’abbia costretta in casa, travolta dal timore.
Nel mentre Lady Diana lottava strenuamente contro depressione e bulimia, Camilla Parker divenne il catalizzatore della frustrazione di Lady D che, nel cuore della notte, soleva telefonare a casa della Parker Bowles, minacciandola così:
“HO MANDATO QUALCUNO A UCCIDERTI. SONO FUORI DAL TUO GIARDINO. GUARDA FUORI DALLA FINESTRA, LI VEDI?”.
Anni bui per la Parker Bowles
Ritornando con la mente a quegli anni in un’intervista concessa al Daily Mail Camilla Parker ha anche aggiunto:
“NON POTEVO USCIRE, ERO PRIGIONIERA NELLA MIA CASA, È STATO DAVVERO ORRIBILE: NON LO AUGUREREI NEMMENO AL MIO PEGGIOR NEMICO”.
Ricorda oggi la Duchessa di Cornovaglia di essere sopravvissuta solo grazie al supporto e al sostegno morale della sua famiglia, che ancora oggi ringrazia in maniera concitata. Dal 2007 è ufficialmente consorte di quel Carlo per il quale aveva perso la testa durante gli anni ’70.
“QUANDO ERO COSTRETTA A RIMANERE IN CASA, HO IMPARATO A DIPINGERE E HO LETTO MOLTO. SONO PASSIONI CHE ORA CONDIVIDO CON MIO MARITO”.
Queste le ultime dichiarazioni di Camilla Parker Bowles, che oggi condivide tutto con il suo amatissimo principe Carlo.