Omar Favaro, noto per il coinvolgimento nel duplice omicidio di Novi Ligure del 2001, è attualmente sotto processo presso il Tribunale di Ivrea con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie. L’udienza preliminare si è svolta il 21 gennaio 2025, durante la quale la donna si è costituita parte civile.
Le accuse a Omar Favar
Le accuse riguardano una serie di episodi avvenuti tra il 2019 e il 2021, durante i quali Favaro avrebbe sottoposto l’ex moglie a violenze fisiche e psicologiche, inclusi insulti, percosse e minacce di morte. In alcune occasioni, avrebbe dichiarato: “Ti sfregio con l’acido” e “Ti riduco in sedia a rotelle”.
La Procura di Ivrea ha chiesto il rinvio a giudizio per Favaro, contestandogli una ventina di episodi di maltrattamenti e due di violenza sessuale. Durante l’interrogatorio, l’imputato ha negato tutte le accuse, affermando: “Quei fatti di cui mi accusate non sono accaduti. Non ho mai detto quelle frasi”.
Le indagini
Nel corso delle indagini, la Procura aveva richiesto misure cautelari, come il divieto di avvicinamento alla famiglia, ma tali richieste sono state respinte sia dal Giudice per le Indagini Preliminari sia dal Tribunale del Riesame, ritenendo che non vi fossero pericoli attuali, poiché l’ex moglie si era trasferita altrove con la figlia e i fatti contestati erano distanti nel tempo. Il processo è attualmente in corso e si attendono ulteriori sviluppi per determinare la veridicità delle accuse mosse contro Omar Favaro.
l Caso Erika e Omar: Il Duplice Omicidio di Novi Ligure
I Fatti
Il 21 febbraio 2001, la tranquilla città di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, fu scossa da uno dei crimini più efferati nella storia italiana. Erika De Nardo, allora 16enne, e Omar Favaro, 17enne, furono riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Susy Cassini (mamma di Erika, 41 anni) e Gianluca De Nardo (fratellino di Erika, 11 anni).
Inizialmente, Erika raccontò ai carabinieri che una banda di sconosciuti era entrata in casa per una rapina finita in tragedia. Tuttavia, le contraddizioni nel suo racconto, unite all’assenza di segni di effrazione, portarono gli investigatori a sospettare una diversa versione dei fatti. Dopo un interrogatorio serrato, Erika e Omar confessarono il crimine.
Il Movente
Le motivazioni dietro il duplice omicidio sono state ampiamente analizzate. Erika nutriva un forte risentimento nei confronti della madre, che considerava autoritaria, e del fratellino, che riteneva favorito nelle attenzioni familiari. Questo rancore, unito alla relazione con Omar, caratterizzata da una forte dipendenza emotiva e da una crescente ribellione, creò un cocktail esplosivo che portò alla tragedia.
Il Crimine
La sera del 21 febbraio 2001, Erika e Omar misero in atto il loro piano. Armati di coltelli da cucina, attesero il momento giusto per agire. La madre Susy fu la prima vittima: accoltellata più di 40 volte mentre cercava di difendersi. Gianluca, attratto dal rumore e spaventato, fu poi brutalmente ucciso. Secondo la ricostruzione, il bambino implorò la sorella di fermarsi, chiamandola “Ery”. Questa invocazione straziante ha rappresentato uno degli aspetti più tragici del caso.
L’Indagine
Le indagini rivelarono una scena del crimine estremamente violenta, con i corpi di Susy e Gianluca lasciati in una pozza di sangue. La versione iniziale di Erika, che attribuiva il crimine a una banda di rapinatori, iniziò a vacillare quando le analisi scientifiche e le testimonianze evidenziarono discrepanze.
Un elemento cruciale fu la freddezza di Erika durante gli interrogatori. Gli investigatori notarono un atteggiamento distante e privo di dolore genuino, cosa che li spinse a indagare più a fondo. Anche Omar, messo sotto pressione, confessò rapidamente, raccontando dettagli che coincidevano con le prove raccolte.
Il Processo e le Condanne Il processo si concluse con la condanna di entrambi:
- Erika De Nardo: condannata a 16 anni di reclusione.
- Omar Favaro: condannato a 14 anni di reclusione.
Le sentenze tennero conto della minore età dei colpevoli, del contesto familiare e della natura premeditata del crimine.
La Vita Dopo il Carcere Entrambi scontarono la loro pena, beneficiando di sconti per buona condotta:
- Omar Favaro: uscì dal carcere nel 2010, dopo aver scontato 9 anni e 8 mesi. Ha cercato di rifarsi una vita lontano dai riflettori.
- Erika De Nardo: uscì dal carcere nel 2011, dopo 10 anni di reclusione. Dopo la detenzione, iniziò un percorso di riabilitazione e spiritualità, vivendo in maniera riservata.
L’Impatto Mediatico Il caso di Erika e Omar ebbe una risonanza senza precedenti in Italia. La brutalità del crimine, la giovane età dei colpevoli e il coinvolgimento emotivo delle famiglie catturarono l’attenzione dei media e del pubblico. Il caso sollevò dibattiti sulla responsabilità penale dei minori, l’influenza della famiglia e il ruolo dei media nell’amplificare tragedie personali.