Era il giorno dell’interrogatorio per Veronica Sposito, la docente di sostegno arrestata dai carabinieri e della Procura di Torre Annunziata che le contestano, tra gli altri, i reati di violenza sessuale, maltrattamenti e induzione a compiere atti sessuali ai danni di sette alunni tra gli 11 e i 13 anni di età. L’interrogatorio di garanza della prof, difesa dall’avvocato Francesco Cappiello, davanti al gip Luisa Crasta, è durato circa tre ore.
La prof interrogata per tre ore
La prof, che da due giorni è chiusa nel carcere di Benevento si è difesa in maniera decisa e, rispondendo alle domande del gip Crasta, ha sottolineato di non meritare le accuse che le sono state mosse. L’insegnante ha negato di aver avuto atti sessuali con gli alunni, spiegando che le conversazioni finite all’attenzione degli inquirenti riguardano solo uno dei ragazzini e sono state estrapolate e decontestualizzate. La docente ha voluto anche sottolineare al giudice, infine, di avere «la coscienza pulita». Si attende ora la decisione del gip.
Il caso
Veronica Sposito è l’insegnante di sostegno di 37 anni arrestata dai carabinieri a Castellammare di Stabia con l’accusa di aver sottoposto a «maltrattamenti psicologici» sette studenti dell’istituto Catello Salvati, quattro ragazzi e tre ragazze, nati tra il 2011 e il 2013. Nell’ordinanza firmata dal gip Luisa Crasta, la ricostruzione di quello che avveniva nella «saletta» dove la prof portava i giovanissimi durante le lezioni con la scusa di aiutarli a ripetere le materie scolastiche.
L’ordinanza
Con i sette ragazzi, talvolta convocati tutti insieme e altre volte a gruppi, parlava esplicitamente di sesso e si vantava delle sue esperienze amorose, anche utilizzando un linguaggio scurrile e volgare. «Quando avete dato il primo bacio, quale musica vi piace mettere quando scopate», il tono delle domande morbose riportate dal Mattino. Le convocazioni, durante l’orario di lezione di materie diverse dalla sua, avvenivano evitando di destare attenzioni sgradite e nella «saletta» si proiettavano video pornografici anche quando i ragazzini si mostravano contrari alla visione e li invitava a compiere gesti sessuali «profferendo frasi del tipo “Voi potete fare cose sporche, siete cugini”». Ai ragazzi la prof inviava via chat foto pornografiche dopo avere impostato l’autocancellazione, ad esempio «una ritraente un uomo nudo disteso sul letto con il pene in evidenza». Dalle indagini è anche emerso che li avrebbe pure minacciati di farli incarcerare, da un rappresentante delle forze dell’ordine con il quale si vantava di avere una relazione, qualora avessero raccontato cosa succedeva in quella «saletta» della scuola.
Le lettere
Nell’ordinanza sono presenti anche le lettere scritte a 3 ragazzini. Al termine dello scorso anno scolastico, la 37enne avrebbe consegnato doni e alcune lettere ai ragazzini della «saletta» in cui si svolgevano gli insoliti incontri durante l’orario di scuola.
Le lettere sono state acquisite nel corso delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata. Secondo il gip del tribunale di Torre Annunziata che ha disposto la misura cautelare del carcere per maltrattamenti e violenza sessuale, il contenuto di una delle lettere sarebbe più adatto ad un fidanzato, a un compagno, anziché ad un alunno, con parole che evidenziano anche come il rapporto che la legava con il destinatario della missiva a un certo punto si fosse deteriorato. Per il giudice per le indagini preliminari i 7 minorenni coinvolti sono attendibili e i loro racconti sono lineari, mentre l’insegnante sarebbe schiava dei suoi impulsi sessuali.Gli accertamenti
Con l’arresto della professoressa di sostegno accusata di aver tenuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media di Castellammare di Stabia le indagini però non si sono fermate. Anzi. Gli accertamenti, che si sono giovati della collaborazione dell’ufficio scolastico regionale, secondo quanto reso noto dal procuratore Nunzio Fragliasso, procedono a tutto tondo: mirano, come atto dovuto, a fare luce su eventuali responsabilità in capo alla scuola e anche sull’aggressione subita dalla docente da parte dei genitori, lo scorso 14 novembre. «Era urgente interrompere che lei insegnasse lì o altrove – ha detto il procuratore di Torre Annunziata -, ora resta da capire come sia possibile che per un anno sette minori siano stati affidati a un’insegnante di sostegno che doveva curarsi solo dell’alunno con difficoltà di apprendimento: questo è un aspetto da approfondire».