Il percorso in carcere e gli studi
Martina Ciontoli ha trascorso i tre anni di detenzione al carcere di Rebibbia, a Roma, dove ha intrapreso un percorso di studi che l’ha portata a laurearsi in Scienze Infermieristiche con il massimo dei voti, ottenendo un 110 e lode . La giovane ha lavorato duramente per dimostrare il suo cambiamento e guadagnarsi il permesso di reintegrarsi gradualmente nella società. Tuttavia, nonostante il percorso intrapreso, il suo rilascio per lavoro esterno ha suscitato amarezza e polemiche, soprattutto da parte della famiglia di Marco Vannini.
La reazione di Marina Conte
Marina Conte, madre di Marco Vannini, ha commentato con durezza la notizia. Intervistata dal Messaggero , ha espresso il suo disappunto per la decisione del Tribunale:
«Martina Ciontoli detenuta modello? Non lo credo. Non ci ha mai scritto nemmeno una lettera di scuse o di pentimento. Non c’è stato alcun segno di ravvedimento in questi tre anni» . Marina e suo marito Valerio si dicono ancora in cerca di risposte: «Come può essere considerato detenuta modello se non ha mai cercato di contattarci per dirci che le dispiaceva? Se fosse davvero pentita, avrebbe trovato il modo di farcelo sapere» , ha aggiunto Marina.
Le domande sono ancora aperte
Marina Conte continua a cercare verità e chiarezza su quanto accaduto quella tragica sera di maggio 2015: «Ora che ha ricevuto questa opportunità, dovrebbe avere la coscienza di dirci esattamente cosa è successo in quella casa la sera in cui è morto mio figlio. Noi meritiamo risposte, e lei ha un dovere morale verso di noi e verso Marco» . Marina ricorda che, durante il processo, solo Federico Ciontoli, fratello di Martina, aveva espresso una qualche forma di pentimento leggendo una lettera. Tuttavia, non considera questo sufficiente per chiudere le ferite ancora aperte della loro famiglia.
Il caso degli 80mila euro
La madre di Marco ha anche ricordato un episodio controverso legato ai Ciontoli: il prestito di 80mila euro richiesto dalla famiglia alla banca appena un mese dopo il delitto. «Hanno messo come garanzia la loro casa, con un’ipoteca al doppio del valore, e non hanno mai pagato le rate. Questo dimostra come, pochi giorni dopo l’omicidio, fossero già impegnati a pensare ai propri interessi materiali. Hanno persino venduto beni personali. Tutto questo mostra quanto poco si siano preoccupati delle conseguenze delle loro azioni e di quanto accaduto a Marco» , ha dichiarato Marina.
Un caso che continua a scuotere l’Italia
La vicenda di Marco Vannini rimane una delle più emblematiche e dolorose della cronaca italiana. Nonostante le condanne definitive e il tempo trascorso, il dolore della famiglia Vannini e le polemiche legate alle scelte giudiziarie sui membri della famiglia Ciontoli continuano a tenere viva l’attenzione sul caso. Il rilascio parziale di Martina Ciontoli segna un nuovo capitolo in questa lunga e complessa storia, ma lascia aperte molte domande per chi ancora cerca giustizia e verità.