Europee, Salvini chiede subito il conto a Di Maio: “Ora si fa Tav, Flat tax e Regionalizzazione”
Un tweet ironico per commentare una sconfitta che rischia davverio di lasciare il segno. La scelta della battuta come sempre denota Beppe Grillo, così il fondatore del Movimento 5Stelle si affida alla Rete per parlare del pesante passo indietro alle Europee. «Oggi Radio Maria e Canti Gregoriani», scrive il comico genovese senza ulteriori commenti, facendo riferimento probabilmente alla scelta di Matteo Salvini di presentarsi alla conferenza stampa post voto con un crocifisso in mano (che ha anche baciato).
ITALIA OUT. Anche se la Lega è volata oltre il 34% – affermandosi come il secondo partito più forte d’Europa dietro la tedesca Cdu-Csu, con 25 seggi – difficilmente all’Italia verrà riconosciuto uno degli attuali posti top (Tajani presidente del Parlamento, Draghi alla guida della Bce e la Mogherini in qualità di Alto rappresentante – nel nuovo establishment.
LA LETTERA. Tanto più che è in arrivo una lettera da Bruxelles che chiede chiarimenti all’Italia in quanto ha superato il 60% nel rapporto tra debito pubblico e Pil.
LA REPLICA. «Penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere con la Ue in maniera pacata parametri vecchi e superati», annuncia Matteo Salvini, Che poi, dopo aver confermato «fedeltà a Conte», conferma la richiesta di cambio di passo all’alleato Di Maio: «Subito Tav e flat tax».
LA RESURREZIONE. «Qualcuno ci dava per spacciati, invece voi ci avete aiutato a voltare pagina per creare un’alternativa al governo di Salvini dice il un post di Fabebook il segretario del Pd, Nicola Zingaretti -. La nostra poposta sarà meno tasse sul l lavoro e quindi stipendi più alti, sostenibilità ambientale e lotta contro la dispersione scolastica». Del resto il Pd al 22% che semina il M5s al 17% è davvero una buona ripartenza.
IL NON VOTO. Secondo l’Istituto Cattaneo, solo un terzo degli elettori del M5s alle Politiche di un anno fa ha confermato la precedente scelta. La maggior parte non ha votato proprio, mentre al Nord una parte delle preferenze sono andate alla Lega. Nessun travaso di voti invece verso il Pd.
VOLA LO SPREAD. Dopo una mattinata positiva – spinta dal rally di Fca (+8%) e della controllante Exor (+6,1%), galvanizzate dalle trattative di fusione con Renault – la Borsa di Milano ieri ha girato in rosso nel pomeriggio con le banche, complice l’impennata dello spread a 280 punti base