Caso Scazzi, Confessione choc: “Non potevo parlare, ecco chi vide Sarah poco prima di morire”
“Mentre Sarah veniva uccisa, Ivano non era a casa”. Pare non volersi mai concludere il giallo della morte della povera Sarah Scazzi. Dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, cugina e zia della vittima, potrebbe esserci un nuovo colpo di scena che cambierebbe le carte in tavola.
I processi contro colore che avrebbero fornito falsa testimonianza nel processo di Avetrano sono ancora in corso. Durante questi, la ex fidanzata di Ivano Russo ha rivelato che lo stesso non si trovava in casa quando è morta la piccola, e che quindi avrebbe sempre mentito.
“Il giorno dell’omicidio mi hanno detto che Ivano era uscito di casa”, è quanto dichiarato da Virginia Coppola. Ivano Russo, personaggio chiave del processo sulla morte di Sarah Scazzi, aveva sempre affermato di essere rimasto a casa nel pomeriggio di quel 26 agosto 2010.
Secondo la Coppola, invece, sarebbe stata la fidanzata di Claudio Russo, fratello di Ivano, a riferirle che quel pomeriggio lo stesso Ivano era uscito di casa per almeno 20 minuti, tra le 13.45 e le 14.05, per andare a comprare delle cartine per le sigarette. Si tratta proprio dell’orario in cui, secondo la ricostruzione della procura accolta dalle sentenze, Sarah Scazzi sarebbe stata uccisa in casa Misseri.
La dichiarazione della Coppola potrebbe cambiare effettivamente le carte in tavola ma i magistrati vogliono però vagliare con attenzione le sue dichiarazioni, poichè i rapporti tra lei e Ivano Russo sono stati molto burrascosi e sono infatti pendenti una serie di denunce reciproche che risalgono al periodo del loro fidanzamento.
Proprio per questo, la stessa procura sospetta che questa testimonianza possa essere una forma di ripicca della Coppola nei confronti di Russo. La donna infatti avrebbe giustificato il suo silenzio, dicendo che non aveva parlato prima perché intimorita dallo stesso Ivano. Quest’ultimo, come detto, ha sempre affermato di essere rimasto a casa nel pomeriggio del 26 agosto 2010, una ricostruzione confermata anche dai suoi genitori.
Ma non è tutto: Virginia Coppola, in aula, ha anche riferito di aver appreso che Ivano Russo, il giorno del delitto, aveva incontrato Sarah Scazzi, contrariamente a quanto dichiarato dallo stesso Ivano a inquirenti e procura. La circostanza sarebbe stata riferita da Russo direttamente alla Coppola, che però, in aula, ha affermato di non sapere se questo presunto incontro sia avvenuto nella mattinata o poco prima del delitto.
Ivano Russo, movente dell’omicidio di Sarah Scazzi
L’ipotesi della procura, che è stata mantenuta per tutta la durata del processo, è che il movente dell’omicidio di Sarah Scazzi sia stato la gelosia di Sabrina nei confronti della cugina. Sabrina era infatti innamorata di Ivano Russo, fino a esserne praticamente ossessionata, come testimoniato da alcune sue amiche in aula.
Un episodio in particolare avrebbe avviato la spirale che ha poi portato all’omicidio. Ivano Russo avrebbe “umiliato” Sabrina Misseri appartandosi con lei ma rifiutandosi di consumare un rapporto sessuale completo. Il fatto era arrivato anche alle orecchie di Sarah, che tra le altre cose era spesso “coccolata” affettuosamente da Ivano Russo suscitando la gelosia della cugina. Una tensione che, secondo i pubblici ministeri, si sarebbe acuita di giorno in giorno fino a diventare la causa scatenante del delitto.
Sabrina, durante il processo, ha sempre cercato di minimizzare la sua infatuazione per Ivano Russo, ma è stata smentita non solo dalle testimonianza delle amiche, ma anche da un’impressionante mole di messaggi inviati allo stesso Ivano, dai quali traspariva con evidenza la sua ossessione per il ragazzo.