Tragedia a scuola, muore Bidella di 52 anni. Nei guai Ds e docente. Parlano 5 testimoni
Sono state convocati 5 testimoni dal magistrato della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nel processo per la morte di Gerardina Palla, la collaboratrice dell’istituto professionale Righi della città del Foro deceduta dopo una caduta mentre puliva una finestra della scuola. Per la sua morte sono finite sotto processo la dirigente scolastica e una docente. E per le loro le cose non sembrano promettere bene, poichè i testimoni, come trapela dall’accusa, potrebbero essere decisivi nella condanna alle due.
L’accusa è delle più pesanti: omicidio colposo. Per questo sono state rinviate a giudizio la dirigente dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere Alfonsina Corvino, originaria di Casal di Principe ma residente nella città del foro, ed Anna Maria De Stadio, di Alvignano, responsabile della sicurezza dell’istituto. Questa mattina sono state pronunciate le richieste istruttorie, poi il giudice De Santis ha rinviato l’udienza a settembre per iniziare ad ascoltare i testimoni dell’accusa. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile al processo con gli avvocati Natalina Mastellone, Domenico Pigrini e Giuseppe Cipullo.
Bidella caduta a scuola: La storia
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Caduta dopo un volo di cinque metri mentre era intenta a pulire i vetri su una scala e una lotta tra la vita e la morte durata una settimana fino, al decesso. Così morì, quasi tre anni fa, Gerarda Palla, una collaboratrice scolastica di 52 anni, in servizio il 4 gennaio del 2016 nell’istituto scolastico professionale di Santa Maria Capua Vetere, «Righi».
Una morte che fece scattare una denuncia per omicidio colposo a carico della dirigente della scuola, Alfonsina Corvino in concorso con Annamaria Di Stasio, una docente responsabile dei servizi generali del «Righi» entrambe rinviate a giudizio dal gup Rosaria Dello Stritto per il processo che si è aperto il 2 maggio 2019 davanti al giudice monocratico Alessandro De Santis.
Per entrambe, difese dall’avvocato Vittorio Giaquinto, era stato chiesto il giudizio dal sostituto procuratore Domenico Musto. La vittima perse la vita a causa di un vasto ematoma alla testa, diverse ferite al cranio (una anche al polso e alla gamba) riportate dopo quella caduta che le fu fatale. Questo l’esito del primo «report» dell’esame autoptico eseguito presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale di Caserta su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che aprì un fascicolo per omicidio colposo.
I familiari della donna sono rappresentati dall’avvocatessa Natalina Mastellone, legale per la parte civile del marito Liberato Iorio e dei tre figli di Gerarda, mentre gli avvocati Giuseppe Cipullo e Domenico Pigrini assistono due sorelle della vittima. La donna lottò per una settimana, tra la vita e la morte, dopo quell’incidente di tre anni fa: una morte assurda, precipitata dal primo piano dell’edificio mentre puliva i vetri delle finestre.
Un volo di circa 5 metri che le causò alla bidella un edema cerebrale e la perforazione di un polmone dopo essere piombata sull’asfalto: all’ospedale arrivò già intubata ed a nulla valse l’intervento alla testa per ridurre l’ematoma. Da quel momento non riuscì più uscire dal coma. Le indagini dei carabinieri, nel prosieguo hanno poi accertato anche una ipotesi di reato a carico della docente responsabile della sicurezza.