Il tema delle molestie sessuali sul lavoro è attuale più che mai e adesso a cadere nel mirino è il mondo della Rai. Non è la prima volta che delle donne appartenenti al magico mondo dello spettacolo hanno affermato di essere state molestate dietro le quinte. Del resto, quel che noi vediamo è un regno fatto di luci e scintillii, ma ci sono anche molte ombre che vengono saggiamente nascoste. In passato le donne provavano paura ad accusare superiori o colleghi, perché nella maggior parte dei casi l’accusa terminava con il licenziamento nei confronti della vittima stessa. Nel 2021, fortunatamente, qualcosa sta cambiando.
La coscienza sociale adesso sembra dalla parte delle donne e le denunce non vengono ignorate come un tempo, anzi. Vengono accolte e affrontate. La strada è ancora lunga. Troppo spesso la giustizia arriva troppo tardi. Ma sicuramente la donna sta acquistando un nuovo valore e finalmente sta riuscendo a liberarsi dell’ingombrante peso della violenza maschile e delle molestie in ogni loro forma. Perché violenza non vuol dire anche solo stupro, ma è un atteggiamento: una pacca nel posto sbagliato, una carezza indesiderata. E a quanto pare le giornaliste della Rai ne sanno qualcosa.
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Complice il nuovo atteggiamento della società, sono molte le donne che stanno prendendo coraggio per raccontare le loro esperienze. Due di queste sono personaggi appartenenti al mondo della Rai. Barbara Carfagna ha condiviso un Tweet abbastanza chiaro: “Ci siamo difese da direttori che ci sbattevano al muro, in uffici chiusi. Quella di oggi mi sembra una situazione più semplice e una battaglia che si vincerà anche grazie al consenso sociale. La solidarietà andrebbe più al passato che alle future generazioni”. Sicuramente c’è della verità nelle sue parole, ma è anche vero che bisogna guardare al futuro per migliorare.
E’ difficile che chi ha subito molestie sessuali in passato possa chiedere giustizia adesso. Ma è giustizia sapere che certe cose, magari, potranno non accadere così facilmente. Almeno, questa è la speranza per il futuro. Intanto, c’è anche la testimonianza di Cinzia Fiorato, altra giornalista Rai. Il suo posto ha fatto seguito alla molestia subita da Greta Beccaglia fuori lo stadio, davanti alle telecamere. “Ho incontrato molti colleghi che hanno cercato di ricattarmi sessualmente nella mia vita professionale, ho avuto diverse ‘pacche’ non gradite, commenti volgari, parole sussurrate, avvicinamenti arbitrari, sguardi invasivi e invadenti”.
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Non solo i capi e i colleghi della Rai, ma anche gli addetti ai lavori: “Non mi è arrivato tutto solo dai colleghi e nemmeno solo dai miei superiori, il mondo della televisione è arricchito da diverse categorie di lavoratori, ci sono stati molti tecnici, molti impiegati, molti operai che si sono permessi cose che non si dovevano permettere, gravi e meno gravi. Una volta stavo aspettando in silenzio l’arrivo di alcune immagini dall’estero, a un certo punto, non si sa perché, il tecnico ha preso una cassetta betacam e mi ci ha dato con forza una pacca sul sedere facendomi male. Non lo avevo mai visto prima in vita mia. Gli ho urlato tutta la mia rabbia, certo, ma mi sono resa conto subito che eravamo soli nella stanza e la mia parola sarebbe stata contro la sua”.
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