Addio alle note sul registro per i bambini delle elementari? Assolutamente falso. Il ministro Bussetti smentisce la notizia e parla di errata resa mediatica dell’informazione. Il dibattito che si è scatenato in rete, dove genitori e docenti commentavano le novità che giungono dal governo, ha generato false aspettative tra le famiglie e preoccupazioni non fondate per gli insegnanti. Ma la verità è tutt’altra, annuncia il Ministro, “i bambini della scuola primaria potranno ancora ricevere note e sanzioni disciplinari”.
Le Precisazioni di Bussetti
Dopo il sì della Camera alla reintroduzione dell’educazione civica come materia scolastica, il Ministro Busseti è voluto intervenire sulla questione riguardante le norme che regolano le sanzioni disciplinari per la scuola primaria. L’emendamento ha in effetti abolito le note sul registro e le sanzioni disciplinari in questo grado di scuola, ma solo per come erano disciplinate da un vecchio decreto regio del 1928. Durante una intervista su radio Capital, infatti, il Ministro ha spiegato che nel 28 erano previste addirittura “pene” per i bambini, quindi si è semplicemente cercato di modernizzare e civilizzare un decreto obsoleto.
Bussetti: “valgono ancora i vecchi principi”
“Valgono ancora i vecchi principi. Le norme sono ancora in vigore. In riferimento all’emendamento controbatte ” no, no non è stato eliminato nulla rispetto alle sanzioni. Quindi restano ancora in vigore tutte quelle sanzioni che erano già state regolate con il decreto legislativo del 2009, decreto che regola ancora, all’interno di tutta una serie di presupposti, le misure che la scuola e i docenti devono adottare, per intervenire con le sanzioni disciplinari”. Chi dice che non ci sono non ci sono più le sanzioni – afferma quindi il Ministro – sbaglia e da una informazione distorta di ciò che è successo.
Chi deciderà riguardo le sanzioni?
Per quanto riguarda le sanzioni sarà stesso la scuola a decidere. Così è intervenuto, per precisare ulteriormente la situazione, il Sottosegretario Giuliano. Saranno quindi le istituzioni scolastiche a decidere le sanzioni ripettando però il patto di corresponsabilità.
Cosa significa? che scuola e docenti dovranno coinvolgere le famiglie, al fine di individuare le eventuali mancanze disciplinari e quindi trovare insieme le giuste sanzioni disciplinari da adottare che non siano più regolate da norme risalenti all’anteguerra. Per fare un esempio, spiega infatti Giuliano, gli articoli dal 412 al 414 del Regio Decreto 26 aprile 1928, parlano addirittura di ‘pene’ riferendosi alle sanzioni disciplinari che si possono infliggere a un bambino.