È una Paola Ferrari al veleno quella che si appresta a lasciare la Rai e il mondo sportivo della tv di Stato al termine dell’esperienza dei Mondiali di calcio in Qatar nel 2022. Una volta finita la competizione internazionale, nella quale si spera di vedere gli Azzurri di Roberto Mancini protagonisti, la giornalista dirà addio a Viale Mazzini, dove la sua esperienza lavorativa ha preso il via nel 1977.
Intervistata da La Repubblica la signora del pallone sferra l’attacco con accuse pesanti di molestie all’azienda Rai: “Problemi di Me Too? Non sai quanti! Tutti tentativi, sia chiaro, tutti respinti con perdite”. Paola Ferrari poi ha deciso di sbottonarsi sempre più, senza esclusione di colpi, spiegando come solo una persona abbia preso le sue difese tra gli uffici e gli studi televisivi di Viale Mazzini:
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“La prima molestia l’ho subita quando ero a Portobello, il mio debutto in Rai nel 1977. Enzo Tortora, signore come pochi, mi difese a spada tratta. Chi nega che certe cose in Rai non esistano è un ipocrita“. La donna del pallone ha poi aggiunto: “Si pensa che il calcio non sia cosa da donne. E’ un caso se non c’è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Rai Sport? Vice, al massimo, ma direttrici mai“.
PAOLA FERRARI LASCIA LA RAI, QUALE FUTURO?
L’addio di Paola Ferrari alla Rai, con strascichi di veleno, è stato un vero fulmine a ciel sereno per la televisione di Stato che ora dovrà guardarsi intorno per incoronare una nuova regina del pallone. Intanto la conduttrice non è di certo felice di quello che altre colleghe mostrano in tv: “Tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento, e di calcio non sanno nulla, facendo del male a tutta la categoria“.
Ma cosa sarà della sua carriera in televisione? Una volta lasciata la Rai cosa attenderà Paola Ferrari, volto noto e quotidiano delle domeniche del pallone nazionale? A spiegarlo, nel corso dell’intervista rilasciata a La Repubblica, è la stessa giornalista, che non ha escluso alcun scenario per il proprio futuro lavorativo: “Credo che non tornerò indietro.
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Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l’overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte”.
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