E’ Fabrizio Nonis il conduttore rai televisivo che è stato picchiato duramente dopo aver guardato una partita di calcio allo stadio di Verona insieme a suo figlio. Episodi di violenza che purtroppo capitano spesso in seguito a queste competizioni, e che oggi ottengono maggiore risalto proprio grazie allo chef e macellaio che tutti conosciamo. E’ stato lui stesso a raccontare l’episodio al Corriere del Veneto.
“Era da due anni che non andavamo allo stadio. Io tifo Inter e seguo con molta simpatia l’Udinese, grazie alla mia attività professionale ho avuto modo di conoscere e frequentare molti giocatori come Andrea Ranocchia e Kevin Lasagna“. Usciti dallo stadio Bentegodi intorno alle ore 23:00, si stavano recando alla loro macchina, quando gli si sono avvicinati un gruppo di uomini che erano spettatori come loro della partita.
“Premetto che quando andiamo allo stadio non portiamo mai bandiere, sciarpe ed evitiamo abiti che possano richiamare i colori sociali delle squadre in campo. Eravamo a meno di 300 metri dall’auto, quando ho visto che un gruppetto di sei, sette persone, si è staccato dal pubblico del bar e ha cominciato a seguirci“. A nulla sono valse le precauzioni prese dal conduttore, perché il gruppo di Ultras ha iniziato a incalzare lui e suo figlio. ( continua dopo la foto)
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“Avevo una bruttissima sensazione. A un certo punto hanno cominciato a urlare ‘Ehi, tu, ehi voi. Che ore sono?’. Ci siamo fermati e mio figlio ha risposto: ‘Le undici meno dieci’. Erano a un metro da noi. Un uomo fra i 45 e i 50 anni, con il cappellino dell’Hellas in testa mi ha chiesto ‘Che c.. ci fate qua’”. Fino ad arrivare alla domanda più importante, quella riguardo la squadra del cuore. La risposta sbagliata del conduttore ha valso a lui e a suo figlio quindici minuti di inaudita violenza: “Non ho fatto in tempo a pronunciare il nome della squadra friulana che mi sono trovato a terra”.
“Gli altri, tutti con t-shirt o polo o cappellini dell’Hellas si erano messi a cerchio per bloccare le vie di fuga. Noi, cadendo, eravamo in mezzo a due auto parcheggiate. E lì hanno cominciato uno dopo l’altro a darci calci. Ai fianchi, alle gambe, al volto. Le auto un po’ ci proteggevano. Io con le ultime energie che avevo ho urlato: ’Ma che state facendo, siamo veneti anche noi’ per fugare ogni dubbio che appartenessimo alla tifoseria della squadra avversaria. E giù altri calci”. Il conduttore ha pensato al peggio e, dopo troppo tempo, si è salvato solo grazie all’intervento di una persona estranea.
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“Arrivati alla macchina è giunta la seconda dose. Pugni e calci, sberle a mio figlio, a cui hanno schiacciato il volto contro il cofano. Sono stati dieci, quindici minuti di terrore. Poi non ho capito che cosa è successo, un anziano è sceso dal suo appartamento o forse era di passaggio e ha chiesto che cosa stesse accadendo”. Un intervento fondamentale per il conduttore e il figlio, che hanno avuto il tempo di chiudersi in macchina e scappare, per poi chiamare il 118. Oltre agli ematomi e alle forte contusioni, Fabrizio Nonis ha subito anche la rottura del timpano.
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