«Papà mi diceva sempre che non valevo niente». Questa sarebbe stata la motivazione dell’ennesima lite tra Benno Neumair e suo padre secondo quanto confessato dal 30enne. Che i raporti tra padre e figlio fossero complicati e conflittuali era già emerso dalle indagini, ma nel corso degli interrogatori Benno starebbe spiegando nel dettaglio quelle che erano le dinamiche familiari.
«Era uscito fuori il discorso delle mie responsabilità, e mia sorella… Mi sono sentito così alle strette, così senza una via d’uscita. Io mi rifugio in camera e vengo incalzato anche se voglio stare in pace. Volevo solo il silenzio. L’ho zittito, ho preso dalla bacinella di plastica dove ho gli attrezzi la prima corda di arrampicata che ho trovato», così Benno ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto ad uccidere il padre Peter del cui corpo ancora non ci sono tracce. La trasmissione ‘Quarto Grado’ ha riportato alcuni stralci dei verbali desecretati nei giorni scorsi dalla Procura di Bolzano in cui il giovane ammette le sue responsabilità.
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Padre e figlio discutevano spesso. Il giorno del delitto Peter avrebbe rimproverato a Benno il fatto che non aiutava mai in casa, così il 30enne per evitare l’ennesima discussione si è allontanato ed è entrato in camera sua, ma il padre lo ha raggiunto e ha continuato ad incalzare sullo stesso argomento. «È scoppiata una discussione sui soldi: io ho sempre dato 350 euro per l’affitto ai miei genitori, già da quando sono tornato a Bolzano.
Mio padre voleva che prendessi l’appartamento di sotto, altrimenti mi avrebbe chiesto 700 euro a partire da gennaio, ovvero un terzo dell’affitto perché siamo tre adulti. Io risposi che non era giusto. Mio padre insisteva che dovevo uscire di casa, che mia sorella, invece, si pagava da sola un appartamento in Germania. Io mi sentivo male dentro», ha continuato a raccontare Benno. Un’accusa che ha fatto saltare le staffe al 30enne che soffriva da tempo di gravi disturbi psichiatrici, secondo i passati ricoveri in ospedale.
A quel punto ha aggredito il padre: «Siamo cascati insieme per terra, non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti. Ricordo solo che ho stretto molto forte. Poi sono rimasto seduto, o sdraiato in corridoio. Ricordo che in quel momento è suonato il mio cellulare, probabilmente ho risposto», continua. Sulla morte della mamma Laura poi spiega: «Ricordo che mi sono di nuovo agitato, sentendo il rumore del cellulare e poi, subito dopo, il rumore del chiavistello. Mi sono mosso verso la porta, è entrata la mamma, avevo ancora il cordino in mano e mi è venuto di fare la stessa roba, senza nemmeno salutarla». Così conclude Benno. Entra anche tu nel gruppo ufficiale di Chi l’ha visto