L’omicidio di Sarah Scazzi è stato a lungo un mistero e, tra le persone accusate, c’è la cugina Sabrina. Per molti, però, la donna è solo vittima di pregiudizi e non avrebbe nulla a che fare con l’efferato assassinio. Alcuni suoi ambigui comportamenti sono stati molto simili a quelli della madre stessa della giovane ragazza, Concetta. Nelle prime ore dopo la scomparsa, infatti, le due sono state insieme e hanno deciso all’unisono di non presentare alla polizia il diario segreto della parente scomparsa. Ed è proprio in questi diari che, secondo molti, si troverebbe la prova che potrebbe scagionare Sabrina.
Ma vediamo tutto dal principio. E’ il 26 agosto 2010 e Sarah è scomparsa da 4 ore. Sua mamma Concetta si reca in polizia in compagnia di Sabrina e denuncia la scomparsa. Tornate a casa, cercano vari indizi che potrebbero ricondurre al luogo in cui si trovi la parente svanita nel nulla. Del resto, Sarah frequentava uomini più adulti, aveva un fratello in Lombardia al quale era molto legata, dunque le ipotesi di fuga erano più di una. Nella camera della ragazza le due trovano dei diari segreti. Uno di questi è chiuso con un lucchetto e Concetta e Sabrina decidono di forzarlo.
LEGGI ANCHE—> Sabrina Misseri, La Svolta: revocato l’Ergastolo. Mamma Concetta infuriata: “Ha ucciso mia figlia e uscirà presto”
Perché Sabrina non consegna subito i diari?
Nel diario una notizia che lascia Sabrina senza parole: Sarah ha preso una cotta per il suo fidanzato, Ivano Russo. A quel punto Concetta e Sabrina, insieme, decidono di non presentare ancora i diari della giovane alla polizia e di preservare la sua privacy, ancora convinte che si tratti di una fuga. Non solo, Concetta chiede a Sabrina di portare gli altri quaderni a casa e cercare qualche indizio. E’ questo uno dei motivi che hanno portato gli inquirenti a puntare il dito contro la ragazza. Perché non ha consegnato subito i diari? Ma i suoi difensori affermano che questa è una decisione presa insieme a Concetta.
Non solo, nei suoi diari Sarah Scazzi non fa accenno alla gelosia di cui è stata sempre accusata sua cugina. Risulterebbe evidente che Sabrina non era a conoscenza dell’infatuazione che la giovane donna provava per il suo fidanzato. A dimostrarlo, anche uno scambio di messaggi tra lei e lo stesso Ivano, in cui gli domanda se ne sapeva qualcosa. “Ma che stai dicendo? Se questo è uno scherzo è di pessimo gusto” le risponde lui, a dimostrazione del fatto che la vittima aveva tenuto la cosa ben segreta nel suo diario con tanto di catenaccio. Si è poi parlato del litigio avvenuto tra le ragazze il 25 agosto.
LEGGI ANCHE—> “Mamma ha ucciso Denise”: dopo 14 anni dalla scomparsa, la confessione choc della sorellastra in una intercettazione
Tra le cugine solo un semplice litigio, nessun accenno alla gelosia
“Come al solito Sabrina si è arrabbiata con me, ma tanto ci sono abituata” così si legge sul diario di Sarah Scazzi. La ragazza però non ha alcun timore nel recarsi da sua cugina, dopo pranzo, per andare al mare insieme. Evidentemente quella della sera prima è stata la solita scaramuccia che avviene tra donne molto vicine, come possono essere due sorelle o due cugine. Il fatto evidente è che Sabrina ha sempre portato Sarah con se, pagandole spesso i conti, nonostante i vari diverbi. Della famosa gelosia, nei diari, nessuna traccia. Ma allora perché è stata accusata? Che sia stata vittima di pregiudizio? E allora chi è l’assassino? Leggiamo la lettera di Valentina. Seguici anche su facebook! Grazie!!!
ESTRATTO – LETTERA DI VALENTINA IN ESCLUSIVA PER IL LIBRO
Cara zia Concetta, ho riflettuto a lungo se scriverti o meno questa lettera. Sono dieci anni che penso tutti i giorni a noi, a Sarah, a te a Sabrina e alla mia famiglia. Siete il mio primo pensiero della mattina, e l’ultimo della sera. Prima davo per scontato molte cose, e ora che non ci sono più ho capito che niente nella vita va considerato ovvio. Oggi mi mancano i pranzi a casa nostra con il resto della famiglia, con zii e nipoti, con quelle tavolate che arrivavano fino a diciotto persone, e dove tra chiacchiere e risate si faceva tarda sera. Ti ricordi che spesso ci vedevamo anche il giorno dopo, per mangiare gli avanzi e continuare a scherzare? Forse l’hai dimenticato, forse no. Io spero solo che siano ricordi belli anche per te.
Nessuna madre merita di sopravvivere ai propri figli, e nessun essere vivente merita di finire in carcere da innocente. Durante il periodo di quarantena ho letto una tua intervista, non ricordo per quale testata, ma ricordo bene una tua frase. Dicevi che avresti voluto incontrare mamma e Sabrina. È tanto tempo che loro ti aspettano, e forse solo guardandole negli occhi capirai che da dieci anni dicono la verità. Forse non lo sai, ma nel corso del processo di primo grado hanno cercato più volte il tuo sguardo. Tu però non ti sei mai girata verso di loro. Anche per questo, oggi non riesco a fare a meno di continuare a chiedermi: ma tu la verità la vuoi davvero? (…). La verità, zia Concetta, è che le prove concrete portano tutte a mio padre (…). Per me è difficile realizzare che quel padre, che ritenevo perfetto, è stato capace di infliggerci un dolore simile. Eppure, so che questa è la verità. (…) Zia Concetta, sono passati tanti anni e tu non hai mai dato una possibilità a tua sorella e a tua nipote Sabrina. Fallo adesso, prima che sia troppo tardi. Ti abbraccio, Valentina Misseri