Un Pianeta da Salvare, ma anche qualche freccia “velenosa” da scagliare. Licia Colò, ai nastri di partenza su La7 con il nuovo ciclo di puntate di Eden, al via in prima serata sabato 9 gennaio, non le manda a dire. D’altronde, ammette di avere “un caratteraccio, molti difetti”, ma anche una qualità: “Sono trasparente (…) infatti mi hanno cacciata dalla Rai. Del resto, se trovi persone che non apprezzano la tua trasparenza, poi ne paghi il prezzo. Con il senno di poi, posso dire di non essere stata molto furba”
dichiara la conduttrice al Messaggero. Il riferimento dovrebbe essere alla cacciata da Rai 3 nel 2014, quando l’allora direttore di rete Andrea Vianello le tolse il suo “marchio” storico, Kilimangiaro, relegandola ai margini fino all’esclusione definitiva dalla TV di Stato. Divergenze, incomprensioni e un addio forzato di cui dice di non essersi mai pentita: “Avevo cinquant’anni, e uno a quell’età può anche rischiare di dire quello che pensa. Non l’ho fatto da persona ignorante, ho detto come la pensavo e sapevo che avrei potuto pagarne il prezzo“.
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Ricordiamo, però, che la Colò è tornata in Rai nel 2018 con Niagara su Rai 2. Una sorta di toccata e fuga, dal momento che la sua esperienza si è esaurita dopo sei puntate. Il presente è comunque La7 con la seconda stagione di Eden – Un Pianeta da Salvare, girato in condizioni per ovvie ragioni complicate: “Anche se abbiamo una troupe ridotta rispetto ad Alberto Angela o Roberto Giacobbo, viaggiare era complicato anche per noi. Quindi in questa edizione abbiamo dato più spazio all’Italia: abbiamo fatto di necessità virtù”.
L’intento è sempre quello di raccontare la diversità della terra, come era per i suoi programmi Rai, ma allo stesso tempo verranno trattati temi di attualità legati agli interventi dell’uomo, sia in positivo che in negativo. La trasmissione si propone di tenere sempre la luce accesa su quelle che dovrebbero essere le principali azioni da portare avanti per salvaguardare il futuro. In particolare, si darà risalto a nuove scoperte scientifiche, agli investimenti green, al valore del patrimonio storico e culturale italiano. Si parte, però, dalla Slovenia; precisamente, dalle Grotte di Postumia.
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Sul fronte ascolti, la conduttrice dichiara che “la rete l’anno scorso è rimasta contenta” (media attorno al 2.5% di share) anche perché “so benissimo che si tratta di un programma che non può fare chissà cosa”. Punta, dunque, a confermare almeno i numeri della prima stagione e ritagliarsi un suo spazio, tale da farla restare il più a lungo possibile sul piccolo schermo a fare la divulgatrice: “Vorrei diventare come Piero Angela, che a novant’anni fa ancora Superquark sulla Rai”. Seguici su Google News.