Sesso nella Circum: “Guardate bene le immagini, è violenza”. Pronto il ricorso
Non c’è niente di amichevole, di affettuoso, di tenero in quella mano sulla spalla. Non c’è niente di umano, niente di complice in quel braccio appoggiato sulla spalla della ragazza. Anzi. A vedere quella scena, la mano sulla spalla di Alessandro Sbrescia assomiglia alla carezza del diavolo, qualcosa di molto lontano rispetto all’intesa che si crea tra due persone che hanno deciso di fare sesso assieme, fosse anche per una sola volta.
Sì, d’accordo, Alessandro Sbrescia è stato scarcerato assieme ai due amici, con un provvedimento del Riesame che suona come una stroncatura delle valutazioni della Procura e del Gip, che sembra una sentenza nel merito piuttosto che un passaggio intermedio di un procedimento ancora aperto. Sì, d’accordo, la censura del Riesame è durissima, ma l’inchiesta non è conclusa.
Procura di Napoli, nessun commento da parte degli inquirenti e massimo rispetto per il lavoro dei giudici, anche se si coglie la determinazione di sempre e la volontà di andare avanti. Possibile un ricorso per Cassazione, possibile nuove mosse da parte degli inquirenti.
Ma su cosa fanno leva gli inquirenti? Inchiesta coordinata dal pm Cristina Curatoli e dall’aggiunto Raffaello Falcone, si riparte dai filmati, i documenti ricavati dall’impianto di videosorveglianza nel pomeriggio dello scorso 5 marzo, in quel martedì di carnevale in cui viene denunciato lo stupro dalla ragazza di Portici.
I video, dunque: la scena centrale viene ripresa da una telecamera che inquadra il passaggio sopra i binari, un corridoio di metallo e plexiglass dal quale ogni giorno passano migliaia di utenti in arrivo da Napoli. Cosa accade in quella manciata di minuti? Si vede arrivare il gruppetto di ragazzi per le scale che raggiungono il centro del corridoio: Alessandro e la ragazza si dirigono verso un primo ascensore, mentre Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino restano fermi a una ventina di passi di distanza.
Sembra un piano preordinato in partenza: Borrelli e Cozzolino hanno il cappellino con visiera, quasi intuendo la presenza di telecamere; sembrano fare da «palo», mentre Alessandro e la ragazza si accorgono che il primo ascensore è guasto. Rieccoli ricomparire nella scena: Alessandro e la ragazza tornano sui loro passi ed è questo il cuore del processo.
Guardiamoli. Sono al centro del corridoio da sovrappasso, davanti a loro hanno Borrelli e Cozzolino, che li attendono al varco del secondo ascensore. Alessandro tiene il braccio sinistro sulla spalla sinistra della 24enne che cammina con andatura incerta: sembra tentennare quando arriva al bivio che conta, tra le scale di ferro e il secondo ascensore in cui si consumerà il rapporto sessuale. Ed è ancora il video ad alimentare suggestioni negative: a questo punto, Alessandro sembra fare pressione sulla spalla della ragazza per indurla a seguirlo in ascensore, deviando con il corpo alla sua destra, verso l’ascensore.
Pressione lieve, minima, quasi impercettibile, ma fastidiosa a vedersi. Il resto è storia nota: la 24enne sostiene di aver accettato di fumare una sigaretta e di essere stata costretta a subire uno stupro di gruppo; i tre si difendono sottolineando il carattere consenziente del rapporto. Passano otto minuti, nei quali Alessandro dà il cambio agli altri due, nel frattempo passano all’esterno dell’ascensore decine di passeggeri di ritorno da una giornata di lavoro a Napoli, diretti alle loro case di San Giorgio. Impossibile o inutile urlare – riflettono gli inquirenti – l’ascensore è completamente isolato.
Finito tutto, Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino escono dall’ascensore assieme alla ragazza e incontrano Alessandro Sbrescia: i tre amici si separano subito dalla 24enne, che prosegue verso le scale con la sua borsa a tracolla. Non c’è violenza o drammaticità – come scrivono gli inquirenti – ma la scena è brutta, fa venire il vomito: esattamente come capita a uno dei tre ragazzi, immortalato nei suoi conati, prima di ridere in modo sguaiato delle tracce di sperma sui pantaloni: non esattamente una scena da maschio alfa.