Sabato 24 ottobre 2020, su Rai 1, a sorpresa, non è andata in onda la puntata di Italia Sì. Ad annunciare la novità – escludendo da subito ipotesi di casi covid – è stato il conduttore Marco Liorni su Twitter poco dopo le 16.20: “Oggi #ItaliaSi purtroppo non andrà in onda. Siamo molto dispiaciuti, la puntata era pronta, ma siamo stati avvisati poco prima della diretta che non saremmo andati per cause che sarà l’azienda a comunicare. A sabato prossimo”.
Blogo ha cercato di capire il motivo alla base della cancellazione improvvisa della puntata del programma del sabato pomeriggio di Rai1 ed ha scoperto che è legato allo stato di agitazione del centro di produzione di Roma (Italia Sì va in onda dallo studio Tv3 di Roma). Si tratta di una iniziativa che si preannuncia non essere limitata alla sola giornata di sabato e che dovrebbe vedere il 4 novembre prossimo uno sciopero di 24 ore.
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Rai Sport verso lo sciopero, ecco i motivi
Rai Sport verso lo sciopero. Il documento approvato dall’assemblea dei giornalisti, che all’unanimità, ha proclamato da subito lo stato di agitazione affidando al Cdr un pacchetto di 3 giorni di sciopero, è stato inviato dal Cdr all’Azienda per la consueta procedura di conciliazione. A riportare i contenuti del documento è l’Adnkronos. “L’Assemblea dei giornalisti di Rai Sport si oppone con forza al progetto dell’Ad Salini di chiudere Rai Sport. Anche se il progetto riguardasse solo la chiusura del nostro canale e non della Testata – si legge nel documento – sarebbe comunque gravissimo e inaccettabile, perché si tratterebbe del preludio a una chiusura totale di Rai Sport, testata storica della Rai.
È evidente che senza il canale la redazione perderebbe la sua identità e sarebbe presto smantellata. E la Rai verrebbe meno al suo ruolo di sevizio pubblico, perché i primi a essere penalizzati sarebbero i milioni di appassionati che pagano il canone e che si vedrebbero privati del diritto di seguire lo sport in chiaro, senza essere costretti a pagare un abbonamento alle pay tv”. “A rimetterci – scrivono i giornalisti della testata – sarebbe anche la stragrande maggioranza delle discipline sportive, che senza un canale del servizio pubblico dedicato sarebbe destinata a sparire da tutti i palinsesti.
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Rai Sport non può chiudere! Al contrario deve essere rilanciata. Ma i segnali che da tempo ci manda l’Azienda sono inequivocabili e perfettamente in linea con il progetto di chiusura. E il tentativo del Direttore di rassicurarci ha ottenuto l’effetto diametralmente opposto, creando ulteriore preoccupazione, visto che nella sua mail alla redazione sposa in pieno questo progetto”.
“Chiediamo, perciò – si legge ancora nel documento dell’assemblea – un’assunzione di responsabilità e una ferma presa di posizione del Direttore, che deve chiarire inequivocabilmente e in tempi brevi se sta dalla parte della redazione e della Testata che dirige, o se sta invece con l’AD, che la vuole chiudere. Pretendiamo un confronto serrato e immediato sia con la Direzione, sia con l’Azienda, per avere dei chiarimenti sul futuro di Rai Sport, e per discutere un serio piano di rilancio della Testata, del Canale e dell’intera offerta sportiva della Rai. L’assemblea dei giornalisti di Rai Sport, all’unanimità, proclama da subito lo stato di agitazione e affida al Cdr un pacchetto di 3 giorni di sciopero”.
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