Con l’emergenza Coronavirus, bambini e i ragazzi non sono a scuola a causa della quarantena, ormai da diverse settimane. Oggi più che mai l’Italia si ritrova a vivere un momento difficilissimo, per studenti, famiglie e lavoratori, che devono affrontare un cambiamento radicale nell’organizzazione della vita a causa della pandemia da Covid-19.
Ma cosa sta succedendo riguardo il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo?
Se per un primo tempo, i ragazzi potevano incontrarsi in aree ludiche, pur rispettando le normative in vigore (tenersi almeno ad un metro di distanza, evitare contatti fisici ed assembramenti), ad oggi questo non è più possibile. Tutti gli italiani hanno l’obbligo di restare a casa, avendo la possibilità di uscire solo per andare a fare la spesa, per visite mediche improrogabili o per procurarsi beni di prima necessità. Insomma, per il minimo indispensabile!
In questa situazione i ragazzi restano a casa ed è inevitabile che trascorrano più tempo su internet, al computer, con lo smartphone e sui social network. Non bisogna, oggi più che mai, sottovalutare gli aspetti pericolosi che riserva la rete. E’ qui infatti che si annida, ancor di più, lo spettro del Cyberbullismo.
I ragazzi sempre più sui social network
L’impossibilità di andare a scuola, al parco, a fare sport, di uscire la sera o al pomeriggio, ha fatto letteralmente spostare il fenomeno del bullismo online: i social network e le chat sono diventati i primi strumenti per mantenere il contatto con gli altri e sono diventati anche il primo veicolo di insulti e bullismo virtuale.
I ragazzi sono più esposti in rete, hanno più tempo libero da trascorrere sui social network e anche chi è già vittima di bullismo, potrebbe finire con l’esserlo anche sul web. Epiteti e aggressioni verbali non si azzerano solo perché gli adolescenti e i bambini non vanno a scuola: possono infatti trasferirsi sulle chat private e sui social network.
I dati parlano chiaro: il fenomeno del cyberbullismo è sempre più invasivo. Secondo un sondaggio condotto dall’UNICEF, attraverso la piattaforma U-Report, 1 studente su 3 ha vissuto esperienze di cyberbullismo. E ben il 71% degli intervistati ritiene che il bullismo si verifichi soprattutto sui social.
Ed è proprio a tal proposito che snodiamo altri dati raccolti proprio dall’UNICEF:
- Il 32% pensa che a porre fine al cyberbullismo dovrebbero essere i governi;
- Il 31% ritiene che alla risoluzione dovrebbero pensarci i giovani stessi con azioni specifiche di sensibilizzazione;
- Il 29% ritiene che debba essere un’azione fatta congiuntamente da tutti gli utenti web.
E allora come possiamo difendere i nostri figli?
Un’app può aiutarci in questo: si tratta di Keepers.
Keepers è un’app di parental control, permette quindi ai genitori di monitorare la presenza online dei figli, avvisandoli in tempo reale qualora quest’ultimi ricevessero contenuti offensivi o pericolosi. Minacce, parolacce, insulti, frasi negative, vengono subito rilevati da Keepers che avvisa prontamente il genitore con una notifica.
La privacy dei ragazzi viene rispettata: Keepers non legge le chat ma solo le parole che possono ricondurre ad aggressioni, insulti e frasi irrispettose o che fanno trasparire un tono aggressivo riconducibile al bullismo, che si tramuta quindi in Cyberbullismo.
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Oggi più che mai, Keepers rappresenta un supporto importante per tutti i genitori, ancora più presi da mille preoccupazioni legate alla difficile situazione attuale.
Scopri come Keepers può aiutarti a combattere il cyberbullismo! Scarica l’app a QUESTO LINK.
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