Coronavirus, quarto morto in Italia. Il Sud mette in quarantena il Nord, le prime ordinanze. Altre Regioni contagiata
Nella notte sono salite a 150 le persone contagiate da Coronavirus. Purtroppo si è registrato anche il decesso di un uomo di 84 anni ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: si tratta della quarta vittima in Italia e la terza in Lombardia a causa del Covid-19. Rispetto all’ultimo aggiornamento di ieri sera sono dunque 38 i nuovi casi.
«La situazione è che il numero dei contagiati sta aumentando: siamo a circa 150»: lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a Rtl. «Aspettiamo di vedere gli esiti dei provvedimenti presi ieri che daranno un contributo a rallentare e interrompere» il contagio. «Nessuno – ha aggiunto – pensava che fosse così aggressiva la diffusione».
LA DIRETTA
Ore 8.59 Sono attivi dalle ore 8.00 i varchi di accesso al comune di Vò, come misura per contenere la diffusione del Coronavirus. Al momento sono presidiati da Carabinieri e Polizia. Il sindaco, Martini, ha però già evidenziato un problema. «Uno dei posti di blocco, al confine con Bestia, dev’essere spostato più indietro, altrimenti ‘taglià fuori dal contenimento una cinquantina di famiglie della frazione di Zovon».
Ore 8.56 Una terza persona è deceduta a causa del Coronavirus in Lombardia, quarta vittima dunque in Italia. Si tratta di un uomo di 84 anni che era ricoverato al Giovanni XXIII di Bergamo.
Ore 7.24 «Tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti servizi di sanità pubblica». Lo dispone un’ordinanza sul Coronavirus emessa dal Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
Coronavirus, l’intervista alla virologa Ilaria Capua
Ilaria Capua, virologa, direttrice One Health Center of Excellence dell’University of Florida: come ci si difende dal coronavirus?
«Bisogna comportarsi come se fosse in arrivo una brutta influenza. Se si è ammalati di qualsiasi forma respiratoria è meglio non andare in giro. Le persone sono a rischio perché hanno avuto contatti con persone malate o sono state in luoghi affollati. Chi ritiene di essere ammalato dovrebbe stare a casa. Chi sta bene può continuare ad avere una vita normale».
Sarà davvero come una brutta influenza?
«Vedremo se sarà brutta. In tutte le specie animali – e l’Uomo ne fa parte – i coronavirus comportano forme respiratorie lievi: non vedo per quale motivo questo virus debba dare una forma respiratoria grave o punti di mortalità superiori. Non abbiamo elementi per essere preoccupati, se non di un contagio rapido e massiccio che farebbe ammalare (probabilmente in maniera lieve) un numero elevato di persone».
E in questo caso?
«In questo caso quelle persone non possono andare a lavorare, quindi se si ammalano tanti ne risentono i servizi primari, ospedali, trasporti, catena di distribuzione dei farmaci. Se si è ammalati è meglio stare a casa in isolamento. Il servizio sanitario dovrebbe andare incontro a quelli che si mettono in quarantena, con servizi da remoto per il controllo della situazione».
La paura allora è eccessiva?
«Credo che ci sia un allarme mediatico non giustificato dal comportamento reale dell’infezione. E penso che, nel giro di una settimana, molte cose si chiariranno».
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