Scandalo scuola di Roma: “Qui i figli dei ricchi, lì figli delle loro badanti e colf”. E’ bufera social dopo l’annuncio pubblicato
“Qui i ricchi, lì i loro badanti e colf, in un terzo plesso un mix”. Il messaggio era più o meno questo. Bufera su un istituto pubblico della Capitale che nel testo on line di presentazione delle sue diverse sedi (corretto dopo qualche ora) sottolineava le classi sociali degli alunni che le frequentano.
Una meschina storia di differenze di classi sociali enfatizzate da un istituto pubblico o solo superficialità e troppa disattenzione a quanto si pubblica sul web? La vicenda è stata raccontata sulle pagine di Leggo che ha riportato testuali le parole con cui l’ Istituto Comprensivo di via Trionfale di Roma, diviso in plessi non distanti l’uno dall’altro, si presentava al pubblico sottolineando ad esempio che “in un plesso della scuola ci studiano i ragazzi ‘dell’alta borghesia’ assieme ai figli ‘di colf e badanti che lavorano per le loro famiglie’, mentre la sede che si trova “nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario” viene frequentata da alunni di “estrazione sociale medio-bassa”.
Ecco il testo che appariva fino a poche ore fa sul sito della scuola: “La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana”. E ancora: “Il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)”.
Subito, a prendere le distanze è scesa in campo l’Associazione dei presidi. “La scuola è un luogo educativo ed inclusivo, no a forme di categorizzazioni superficiali e inutili” ha sottolineato Mario Rusconi, presidente dell’Anp-Lazio spiegando: “La scuola non può evidenziare eventuali differenziazioni socio-culturali degli alunni iscritti poiché, tra l’altro, oltre a dare una cattiva rappresentazione di se stessa agli occhi di chi legge corre anche il rischio di originare idee o forme classiste”.
Roma, i genitori degli alunni della scuola di via Trionfale: “Questa è una discriminazione vergognosa. I bambini sono tutti uguali”
E’ intervenuta anche la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina: “L’istituto dia spiegazioni. La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l’istituto romano possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido”. Via via che passavano le ore lo sdegno è stato bipartisan.
Nel primo pomeriggio, il testo di presentazione è stato corretto, non appare più la suddivisione dei plessi in base al rango socio-economico dei propri alunni. Ora riporta solo la frase emendata: “L’ampiezza del territorio rende ragione della disomogeneità della tipologia dell’utenza che appartiene a fasce socio-culturali assai diversificate”.
La replica: “Nessuna discriminazione, solo descrizione del territorio”
“I dati riportati nella presentazione della scuola, composta da 4 distinti plessi, collocati in diversi contesti socio-culturali, sono da leggere come mera descrizione socio-economica del territorio, secondo le indicazioni del Miur per la redazione del Pof (Piano di offerta formativa). L’istituto scolastico non ha mai posto in essere condotte discriminatorie nella ripartizione degli alunni nei diversi plessi o nelle diverse classi.
Infatti, è importante chiarire che al momento dell’iscrizione dei propri figli, sono i genitori a scegliere uno dei 4 plessi scolastici dell’istituto sulla base dei criteri della residenza e/o del luogo di lavoro”. Così in una nota il consiglio di istituto dell’Ic Via Trionfale. Che aggiunge, senza però scusarsi:
“In ogni caso si ritiene opportuno procedere ad una modifica perchè siano rimosse le definizioni interpretate in maniera discriminatoria e perchè si possano descrivere compiutamente i percorsi formativi e inclusivi realmente applicati e portati avanti dalla scuola e dalle famiglie”. L’Istituto garantisce inoltre di “attuare costantemente e quotidianamente le migliori e più opportune pratiche per l’inclusione e la rimozione di qualunque discriminazione”.